Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: titolo di coda… 88 punti

Sconfitta indolore e adesso testa alla Poule Scudetto

Scritto da Stefano Auteri  | 

La partita di ieri del Catania sarà ricordata non tanto per lo splendido gol annullato a Rapisarda, per il triplo cambio all'intervallo, per qualche errore difensivo o per le stramaledettissime difficoltà che gli etnei incontrano in qualunque categoria sul campo del Trapani; l'unico motivo per cui è entrata negli annali rossazzurri è il record di ricerche su Google fatto registrare dalle 16.45 in poi nella provincia etnea della parola “tonfo”. Scansiamo subito il campo da ulteriori equivoci: certamente il termine che abbiamo utilizzato è stato un po' troppo forte, perchè si può cadere senza farsi male o senza fare rumore, ed è quello che è successo alla formazione di Ferraro, e non possiamo giustificarci neanche sostenendo che il t9 ha cambiato la parola “trionfo”, usata centinaia di volte quest'anno, in tonfo. Il tonfo doveva far pensare ad una caduta, ma i rossazzurri davvero avevano 88 cuscini sotto di loro per ammortizzare il colpo, e alla fine, sancito il doveroso passo indietro, a noi rimane almeno la consapevolezza dell'impatto mediatico che, a torto o a ragione, una redazione come la nostra produce.

Nessun tonfo e nessun trionfo dunque domenica in quel di Trapani, ma cercando il lato positivo, la sconfitta potrebbe essere semplicemente il remake, dal punto di vista mentale, della gara di Coppa Italia di San Cataldo. Una sconfitta utile, anzi utilissima proprio come quella di fine agosto perchè mezzo per far aprire  gli occhi ad una squadra talmente forte da poter vincere anche con mezza palpebra socchiusa. Ecco siccome la Poule Scudetto (come allora il campionato) è alle porte, una scossa elettrica magari era ciò di cui la corazzata del campionato aveva bisogno per aumentare la dose di fame e la voglia di dimostrare il proprio valore.

Ci piace intendere così una gara giocata in maniera un po' distratta nel primo tempo durante il quale sono stati troppi i palloni persi sulla trequarti e le disattenzioni della fase difensiva, e poi azzannata ma senza trovare la giugulare nella ripresa. Imprecisione, nervosismo e frenesia erano tutti difetti che il Catania aveva limato quasi fino a farli scomparire dall'inizio di gennaio, e che invece si sono intravisti nei primi quarantacinque minuti costringendo Ferraro addirittura ad un triplo cambio all'intervallo. Nessuna punizione per i sostituiti, che comunque non stavano brillando, ma la scelta di scuotere il gruppo e dare nuova linfa per evitare la seconda sconfitta. Nella ripresa le risposte sono arrivate, le stesse che, siamo certi, saranno proposte in campo anche domenica prossima

Il passo falso di Trapani non deve ingannare, il Catania è di certo la squadra che arriva meglio di tutte le altre alla Poule Scudetto. Non consideriamo solamente la rosa a disposizione che evidentemente è di altro spessore rispetto alle rivali, ma soprattutto l'aspetto psicofisico, vista la possibilità reale di fare arrivare alle soglie della competizione tutti con lo stesso ritmo partita, e la consapevolezza raggiunta dopo un cammino trionfale. Magari il 10 giugno (giorno della finale) il termine più cercato su Google dalla provincia etnea sarà “invitto" o forse più probabilmente si penserà solamente a festeggiare con svariate birre