Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Fermare l'emorragia difensiva in trasferta

Mentalità, da cui derivano i risultati che aumentano a loro volta l'autostima. Un cerchio che si autoalimenta di continuo: il primo elemento, la mentalità, il Catania di Lucarelli ha già dimostrato, dopo solo due partite in cinque giorni, di averla cambiata. Perlomeno in casa. Perché se è vero che è passato poco tempo la prossima partita a Pagani rappresenta una prima verità: Biagianti e compagni devono mostrare ora di aver davvero fermato l'emorragia difensiva che ha costretto Furlan a subire 15 gol nelle ultime cinque trasferte. Ci si aspetta insomma l'abbandono radicale di un atteggiamento che fin qui ha fruttato una vittoria e cinque sconfitte di fila. Gli etnei pensano adesso prima di tutto a non subire, e questo fa ben sperare, ma resta il fatto che hanno bisogno di cominciare anche a vincere. Del resto non bisogna dimenticare che sulla carta Cristiano Lucarelli è stato riportato a Catania anche per questo: per scacciare la "depressione" e per trovare quadratura in trasferta, memori del record ancora intatto di 10 vittorie esterne conquistato neanche troppo tempo fa. Allora i successi partivano sempre dalla difesa, da due partite a questa parte profondamente cambiata negli uomini e tatticamente, ma comunque ben più sicura e convinta dei propri mezzi. Certo, già a partire dalla trasferta di Pagani, si avrà probabilmente bisogno di ancora più coraggio nell'attaccare con più uomini e nel cercare le imbucate da dietro dei centrocampisti: ma questo, insieme a molto altro, è insito nel percorso di crescita e autostima che il Catania ha voluto intraprendere.