Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Quanto ancora si deve cadere in basso? Adesso basta

Quanto ancora in basso si deve andare, sprofondare, per capire che la corsa è finita qui? Quanto ancora bisogna consumare le dita (ben oltre le unghie) raschiando il fondo, per comprendere la gravità della situazione? Qua non si tratta più "solo" (leggete tra le righe, perché "solo" ovviamente non è) di difendere la storia del Catania. Qua si tratta di difendere la dignità di una cultura sportiva di un'intera città. Si è parlato di "punto più basso" nel 2015, con lo scandalo de "I treni del gol"; si è parlato di "punto più basso" in più occasioni negli ultimi cinque anni, e con frequenza sempre più alta negli ultimi mesi: prima la partita a porte chiuse per la questione steward, poi il messaggio whatsapp natalizio. A marzo il "punto più basso" è diventato il mancato pagamento degli stipendi di gennaio-febbraio per una sola settimana di lockdown da Covid-19 (una sola settimana). Chiaramente siamo stati smentiti tutti, dal primo all'ultimo, perché ecco un nuovo "punto più basso": la lettera con cui i giocatori del Catania mettono in mora la società. E che nessuno si permetta di dare la colpa ai calciatori! Per cosa, poi? Per aver inviato la lettera? Ma scherziamo, vero? Ragazzi e uomini che, tra l'altro, con quei soldi campano davvero, a differenza dei colleghi delle categorie superiori, e che, ovviamente, da professionisti devono essere pagati come tutti. E si dà la colpa a loro? Smettiamola ancor prima di iniziare quest'assurda polemica. Questo "punto più basso" restituirà, forse, la reale percezione del pericolo che sta correndo il Catania, o assisteremo ancora a lungo alle attese interminabili, alle richieste di informazioni che non si trasformano in offerte, alle risposte piccate e all'ottimismo di qualcuno? Perché c'è una bella differenza tra essere ottimisti ed essere speranzosi: la speranza di salvezza deve essere l'ultima a morire, ma bisogna essere realisti. Qui il tempo scorre al doppio della velocità consueta: ogni "punto più basso" può essere punto di ripartenza e di rinascita. Ma non in queste condizioni: e lo dimostra la storia e quest'ultimo episodio, con i giocatori che giustamente (vale ancora una volta la pena sottolinearlo) voltano le spalle alla società e alla proprietà Pulvirenti perché sanno che questo non può essere il futuro. Ne va della storia sportiva del Catania e della dignità di una città.