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Nana Welbeck: il "tuttofare"

"Pochi dubbi: il migliore in campo è stato il giovane Nana", scrivevamo ieri nel nostro "Top Player". Pochi dubbi, sì: perché di "Nana", in campo, c'è stato solo il suo nome. La prestazione no: la prestazione di Welbeck, al contrario, è stata imponente. Quella che si addice ad un giocatore che si è fermato solo al triplice fischio, una volta rientrato a casa.

E anche in quel caso, con ogni probabilità, avrà percorso i metri tra una stanza e l'altra occupando più spazi contemporaneamente: in un istante era in cucina, in quello successivo in soggiorno. Poi a riflettere i pensieri sul cielo nuvoloso di domenica sera: "Ah, se solo quella rovesciata fosse entrata...". Ma ci sarà tempo anche per questo. Gli applausi finali lasciano spazio ad analisi più approfondite sulla sua prestazione contro la Virtus Francavilla: che, tradotta in termini numerici, vuol dire anche 40 palloni giocati (16 nel primo tempo e 24 nel secondo, con un totale di 5 giocate sbagliate), prima a sinistra e poi a destra, una volta entrato Llama. Forse meglio a sinistra che a destra, ma il canovaccio del finale di gara, con gli avversari in attacco, offre spiegazioni poco indicative. In generale, con Dall'Oglio impiegato in un lavoro diverso rispetto alla sfida di Avellino (praticamente sempre sull'esterno a favorire la catena di destra), a Nana toccava il compito degli inserimenti per vie centrali: e in questo senso Welbeck non ha risposto male, considerando l'atteggiamento della formazione di Trocini. Al triplice fischio si conteranno 5 inserimenti senza palla (4 nella prima frazione, 1 nella seconda), azione del rigore compresa.

Una prestazione, quella di Nana Welbeck, che passa anche dal suo essere ovunque: "tuttofare" e "trottola" allo stesso tempo. Prova ne è il numero di chiusure totalizzate domenica, 11 (3 nel primo tempo, 8 nel secondo), di cui 8 pulite, 1 "sporca" e 2 falli commessi. Ottimi presupposti per il futuro: per il Catania tutto e per chi vuole dimostrare che quanto detto su di lui ad inizio carriera al Brescia non era l'ennesima favola calcistica spenta dal corso degli eventi, ma realtà concreta da confermare, domenica dopo domenica.