Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Tabbiani a Catanista: "Il mio Catania deve provare a vincere, sempre. La squadra e il mio credo tattico..."

Scritto da Marco Massimino Cocuzza  | 

Il tecnico del Catania, Luca Tabbiani, è stato ospite quest'oggi nel corso della puntata di ‘Catanista Il Talk’, in onda su Radio Fantastica, Sestarete e sulla pagina Facebook ‘Catanista Redazione’. Ecco alcune delle sue considerazioni:

I MAESTRI - "Una delle caratteristiche che un allenatore deve avere è quella della gestione dello spogliatoio, tramite la costruzione dei rapporti con i giocatori e anche con la stampa. Me l'ha insegnato Maran, un vero maestro in questo, e ho notato che altri allenatori invece non curavano tanto questo aspetto. Lui considerava il giocatore prima di tutto come uomo e poi come calciatore. Sul piano tattico mi ha fatto capire che devo essere io a crearmi un modo di lavorare e di trasmettere quello che voglio, ed è andata così. Senza presunzione, oggi ho un mio modo di fare e dei principi miei che voglio vedere in campo, ma prima di tutto deve esserci la giusta alchimia con i ragazzi. Chiaro che lavoriamo per vincere, ma avere la fiducia dei giocatori che alleno è il primo successo per me. 

TATTICA - Il nostro gioco è collettivo, prevede l'uscita delle individualità negli ultimi 20-25 metri: mai soffocare le qualità dei singoli, ma nella costruzione conta la collettività. La partita con il Crotone è ormai acqua passata, però sono queste le gare che a noi allenatori lasciano più positività, perché abbiamo lavorato bene tanti palloni in avanti, creato tante situazioni 1vs1 sugli esterni, poi è chiaro che si poteva fare meglio nella conclusione. L'obiettivo è creare queste situazioni, ma dipende anche dagli avversari che ci troveremo di fronte. Le mezzali preferisco tenerle al centro perché possono aggredire alti e recuperare subito palla. Rizzo? lo vedo più play che mezzala. Ripeto, abbiamo disponibilità, qualità e idee. Ho una rosa di giocatori forti, nessuno viene bocciato se magari sta fuori qualche volta, perché devo far sentire la fiducia a tutti gli elementi della rosa. Non sono restio a cambiare durante la partita, anche perché i moduli ormai ruotano e cambiano velocemente, ho i giocatori per cambiare come voglio. 

GRELLA E PELLIGRA - Il primo approccio è stato quando ero già in vacanza, hanno contattato il mio agente, e devo dire che già ero stato contattato da altre società importanti, ma sono stati più che altro chiamate conoscitive. Invece quando ho parlato con il presidente sono rimasto folgorato: mi ha parlato di progetto a lungo termine, nonostante la categoria. Io non dico che ci vuole tempo, dico che lavoriamo per raggiungere obiettivi e nel più breve tempo possibile. Poi per me è stato più facile perché i principi chiesti dal presidente sono quelli con cui lavoro, quindi è stato facile per me. Mi è stata chiesta identità per la squadra e voglia di aggredire alti in campo. Poi tornando a casa mi stavo già rendendo conto che volevo questa avventura, e poi quando ho ricevuto altre offerte ho sempre detto di voler dare precedenza a Catania, sperando in una seconda chiamata e anche rischiando di rimanere fermo. Sapevo di voler allenare in una società solida. 

CATANIA - Ho notato la fiducia fin dal principio, magari in altre piazze devi prima dare i risultati. Qui invece sono stato accolto e ho sentito da subito grande entusiasmo. Poi ho visto che siamo usciti tra gli applausi, e mi è stato detto che qui è veramente difficile perdere ed uscire così dopo una sconfitta. Vuol dire che i ragazzi hanno fatto capire di aver dato tutto, hanno trasmesso emozioni e la gente l'ha notato. Ovvio che eravamo arrabbiati, però eravamo anche consapevoli di aver fatto il massimo. Ma la cosa importante, soprattutto all'inizio, è costruirsi un mezzo per arrivare a vincere. Lo stiamo facendo.

CONDIZIONE FISICA - Alla prima partita abbiamo fatto 50-60 minuti ad alto livello, che non è facile ad inizio campionato tenere per 90. Non è un alibi perché in alcune situazioni si poteva fare meglio. Ho detto ai ragazzi che per adesso è meglio dare sempre tutto e fare al massimo i minuti che riusciamo a giocare, perché alla lunga miglioreremo. Preferisco così piuttosto che giocare tutta la partita con continuità, ma ritmi non altissimi. 

INFORTUNATI - Popovic ha preso una botta alla faccia dal portiere e stiamo verificando la situazione. Dubickas ha una infiammazione al tendine d'Achille e non vogliamo aggravare la situazione. Sarao e Di Carmine invece stanno bene, il primo ha fatto tutta la preparazione, Di Carmine è arrivato dopo ma fisicamente sta bene. Cerchiamo di far fronte a tutti gli impegni con più giocatori possibile. Quaini sta bene pure, oggi si è allenato tranquillamente. Non c'è chiaramente Rapisarda.

L'ESORDIO - Se mi aspettavo una squadra così in palla alla prima partita? No (ride, ndr). Allo staff ho detto che ci sarebbe servita un po' di fortuna, non siamo preparati al 100% su alcune cose, e invece lo eravamo ma siamo stati sfortunati. Mi rende orgoglioso la disponibilità che mi hanno dato subito, e gli go detto che devono uscire da questa sconfitta con più certezze rispetto a prima della partita, poi quando si lavora bene insieme è tutto più facile. Sono sicuro che con questi elementi si possa fare bene. 

RISULTATI E PRINCIPI - E' chiaro che a fine anno si fa il bilancio dei risultati ottenuti. L'importante è costruirsi il mezzo per ottenerli. In Italia siamo abituati troppo a ragionare domenica dopo domenica, altrove invece certe società guardano più a lungo termine. Se io costruisco una casa e la faccio pezzo dopo pezzo con calma, in più tempo avrò una struttura solida; se invece ho fretta e la costruisco senza le fondamenta, poi crolla. Il risultato la prima partita ha detto negativamente, ma la strada è quella giusta, mi piace avere una squadra che vuole provare a vincere sempre.

TENNIS - Guardo tante partite, anche di tennis, che mi piace molto perché mentale, da cui si possono prendere tanti principi da applicare anche al calcio. Ad esempio? La positività. E' importante avere giocatori che alzino l'umore quando gli altri magari sono in un momento negativo. 

TIFO - Quando c'è l'entusiasmo, sapere prima della partita che lo stadio sarà pieno ti fa venir voglia di festeggiare di fronte alla gente. Nei momenti concitati il tifo ti aiuta ancora di più. 

ALLEGRI, DE ZERBI O KLOPP? - Se devo scegliere dico De Zerbi, si avvicina al mio pensiero, ma da ogni allenatore si può prendere qualcosa. Anche da Allegri che ha una filosofia di calcio diversa dalla mia, per esempio nella grande lettura che ha delle partite".