Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

A.A.A. Cercasi gol disperatamente

Bene la grinta, bene la coesione: bene persino la voglia di dare tutto in una situazione non facile. Da applausi, davvero: ma in avanti bisogna migliorare, e lo dicono i numeri. Il dato è emblematico e va oltre qualsiasi concetto di “unione d’intenti”: lì davanti si fa fatica, come dimostrano le ultime 7 gare. Ovvero, per intenderci, come dimostra l’inizio di questo 2020. Da inizio anno ad oggi, infatti, il Catania di Lucarelli è riuscito a siglare solo 5 gol (in 9 gare complessive), tra l’altro 3 nella stessa partita, quella contro l’Avellino in casa: quest’ultima, sfida che segna anche l’ultima occasione in cui la formazione rossazzurra è andata in rete su azione (con Vincenzo Sarno e Davis Curiale), e non è certo un dato confortante. “Cos’è”, direte voi, “volete per forza vedere il bicchiere mezzo vuoto? Il pelo nell’uovo? Il difetto?”: no, preferiamo chiamarli “margini di miglioramento”, visto che di questo si parla. Di migliorare e migliorarsi: e in attacco bisogna farlo. Dicevamo, gli ultimi gol su azione risalgono a 5 partite fa (7 contando la Coppa Italia), mentre sono 4 i match in campionato da inizio anno senza segnare almeno una rete (6 contando la Coppa Italia). Un altro dato è quello dei sigilli dei giocatori offensivi: 2 di Curiale, 2 di Sarno, 1 di Mazzarani. In totale 5, su 5: è vero che in attacco bisogna migliorare, ma se c’è una cosa che la passata esperienza di Lucarelli sulla panchina del Catania ha insegnato è che a trovare il gol possono essere anche gli altri interpreti del gioco più bello del mondo. Rimane senza dubbio il sacrificio di Beleck, la forza di volontà di un Curcio a mezzo servizio e la tanta corsa degli esterni offensivi: chiaro, come affermato dallo stesso tecnico livornese bisogna lavorare sulle spizzate dell’ex Rieti, ma se si vuole raccogliere gli spunti di miglioramento seminati, ritrovare la via del gol è fondamentale.