Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Botta, risposta e oggi riunione SIGI: ma al centro c'è il Catania

Ci si capisce poco, ed è anche per questo motivo che in un momento così complicato, per quanto possibile, bisogna mantenere viva tutta la lucidità del mondo: come piazza, ma soprattutto come parti in causa. Nessuna verità assoluta: solo i punti di vista di chi vuole comprare e di chi sta vendendo il Catania. Credere e sostenere il contrario, ovvero che uno abbia ragione e l'altro no e viceversa, significherebbe commettere un grosso errore. Perché la situazione Tacopina-SIGI è chiaramente un po' più complessa, e perché nelle negoziazioni, fortunatamente private, c'è sempre qualcosa che non viene fuori. L'unica certezza che la piazza catanese si trova tra le mani è che comunque tra la firma dell'accordo preliminare (se il 16 gennaio o meno vedremo) e il closing (con data ipotizzata per il 19 febbraio) c'è la conditio delle risposte dai due creditori istituzionali, ovvero dall'Agenzia delle Entrate e dal Comune di Mascalucia. E questo sembra essere, per adesso, l'unico punto fermo: il resto è fatto di lavoro e di trattative. Di dichiarazioni? Può essere, ma contrastanti. Tacopina afferma di essere "pronto a firmare il 9 gennaio", con tanto di "ma se loro non vogliono firmare...", la SIGI, tramite l'avvocato Ferraù, risponde dicendo che "congiuntamente" è stata fissata la data del 9 gennaio, ma che il 7 gennaio è giunta una nuova bozza del contratto (che tra l'altro è stata smentita da Tacopina ai microfoni di Itasportpress) e che giorno 11, l'altro ieri, è arrivata una nuova riformulazione del preliminare. Chiamando in causa una dignità che "va tutelata", espressa dal presidente di SIGI fuori dallo studio dell'avvocato Augello. E poi ancora sui debiti, Tacopina dice che ce ne sono alcuni "che la SIGI non conosceva nemmeno", scoperti dal team del legale statunitense due settimane fa, e Ferraù replica che "il 29 dicembre alle 20 e qualcosa" è arrivata "una Pec di un creditore con un ulteriore debito da 119 mila euro", precisando di aver comunicato all'investitore che "qualunque debito dovesse venir fuori, sarebbe a carico di Sigi, pur non avendone responsabilità alcuna". Il tutto mentre la piazza assiste senza battere ciglio (e con appresione) ad una situazione che comunque si può risolvere da un momento all'altro: proprio oggi si terrà una riunione importante in SIGI, e dopo questa vedremo i nuovi sviluppi. In attesa delle risposte dai creditori istituzionali e di altre, quelle richieste dalla piazza, su una trattativa che ha al centro una "vicenda di particolare interesse sociale", il Catania. Vale la pena ricordarlo.