Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Editoriale: il presente dice novità e tre punti, il futuro rimane incerto...

Vittoria fondamentale perchè il momento era buio, perchè le due sconfitte consecutive bruciavano, perchè pensare alla corsa salvezza non sarebbe facile e poi perchè in fin dei conti in settimana ci sarà una semifinale da giocare. Il Catania fa il suo dovere, o forse qualcosa di più vista la situazione generale, e conquista la terza vittoria stagionale in trasferta, un risultato che in campionato mancava da due mesi, dalla vittoria per 4-1 sul campo del Rieti. Un Mazzarani su rigore, un qualcosa che la mente dei tifosi etnei aveva cercato di dimenticare, e che invece contro la Cavese è stata determinante, così come l'attenzione e la lucidità dimostrate da tutta la squadra. Tatticamente - Scelte in parte obbligate per Lucarelli che senza Di Molfetta ha deciso di riproporre Mazzarani dal primo minuto, ma la sorpresa è stata la posizione in campo dell'ex Salernitana. Il numero 32 utilizzato da falso nueve e Maks Barisic nuovamente largo sulla fascia destra con Biondi e Curcio a completare il pacchetto di trequartisti. Grinta e attenzione difensiva, accettando anche di subire la supremazia territoriale avversaria, senza però andare in affanno. E' stato questo il pregio principale dell'undici etneo che in ripartenza ha sfruttato le ingenuità difensive dei campani, dimostrando di scendere in campo con la giusta mentalità da squadra umile e consapevole di dover soffrire per cercare un po' di ossigeno. Extracampo - Inevitabilmente ancora una volta il campo viene influenzato da ciò che succede fuori, e stavolta i cambiamenti hanno portato una reazione positiva. Del resto di parole già ne sono state spese tante, anche la quantità di fatti vissuti non scherza, ma per adesso tutti i fatti non hanno portato alcun spiraglio positivo, anzi sono stati l'emblema di un trend negativo, con un girare intorno ad un problema senza mai trovare la risposta giusta. Che la nomina del nuovo amministratore delegato possa essere la soluzione ai problemi del club sembra davvero difficile, non tanto per le capacità del singolo, quanto per la gravità del momento vissuto. Forse può essere un tassello inevitabile per tanti motivi, che possa aprire in maniera più concreta all'ipotesi della cessione, ma per adesso rimaniamo legati al presente, alla buona prestazione di Castellammare e alla prossima sfida con la Ternana. Il ritorno della semifinale di Coppa Italia, infatti, è alle porte, con gli etnei che partiranno con percentuali molto basse, ma non ancora eliminati. Successivamente le sfide proibitive contro Reggina e ancora Ternana al Massimino, dove potrebbero rivedersi anche alcuni tifosi assenti da diverse giornate. Giusto o sbagliato non sta a noi dirlo, ma in questo contesto confusionario è difficile mantenere coerenza e lucidità da parte di tutte le componenti. La palla scorre sui soliti due campi, quello verde dove il Catania combatterà per evitare scivoloni e finire il campionato con dignità, e quello della gestione futura, in attesa che alle Pec possano sostituirsi dei veri tavoli su cui impostare trattative, nella speranza che in un modo o in un altro Catania tutta possa ritrovare dei punti di riferimento concreti a cui affidare il suo futuro.