Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Biondi trequartista: perché no?

Dietro Beleck, più centrale. E con licenza di far male: tanto, la corsa c’è, il coraggio pure. L’iniziativa, d’altro canto, a Kevin Biondi in questa stagione non è mai mancata, e anzi: alla sua prima da professionista ha dimostrato che tra i grandi ci può stare tranquillamente. Sì, come esterno, ma come dicevamo non solo: la voglia di “mangiarsi” il pallone arrivando prima dell’avversario l’ha fatta vedere fino a domenica. Ah, ecco, domenica. “Domenica scorsa avevo un solo dubbio, e non era sul modulo: era sulla posizione di Biondi, se farlo giocare o meno come trequartista”: mister Cristiano Lucarelli in maniera chiara ha fatto capire, ai microfoni di Catanista, che nel futuro di Kevin Biondi ci può essere più di una soluzione offensiva. “E’ un giocatore completo”, afferma il suo agente, Alessandro Cicchetti, intervenuto nel corso della nostra trasmissione: e, aggiungiamo noi, lo sta dimostrando partita dopo partita. Certo è che bisogna crescere ancora per affermarsi a determinati livelli, ma se diversi club di categoria superiore hanno messo gli occhi su di lui un motivo ci sarà. Con calma, però: dicevamo della possibilità descritta da Lucarelli di farlo giocare dietro il punto di riferimento Beleck. Può essere una soluzione: oltre alla corsa però ci vogliono tempi di inserimento e corretta lettura delle situazioni. La chiave è trovare quell’incisività in zona gol che serve al Catania in questo momento e che Andrea Mazzarani, interprete intelligente, per adesso non riesce a garantire. L’imprevedibilità e la sfrontatezza del ragazzo ex Berretti possono aiutare, ma è chiaro che deve affinare le sue doti realizzative. In questo senso solo l’esperienza e il tempo potranno dare risposte più adeguate. Per adesso ne abbiamo solo una, che poi è anche una domanda semplice: Biondi trequartista, perché no?