Ai microfoni di Catanista, nel corso della puntata in onda alle ore 13 è intervenuto l'ex bomber rossazzurro,
Lulù Oliveira, per parlare della situazione attuale del Catania, e non solo. Ecco le sue parole:
"La gente di Catania è spettacolare, ho lasciato un pezzetino di cuore.
Una delle cose più bella che ricordo di quando sono arrivato a Catania è che il capitano di allora, Michele Zeoli, subito mi consegnò la fascia e mi disse: 'tu hai giocato in Serie A, al Mondiale, e noi come squadra vogliamo darti la fascia di capitano'. Per essere il capitano bisogna prendersi tante responsabilità, e quando le cose vanno bene è ancora più difficile, bisogna fare sempre di tutto per il bene della tua squadra.
La situazione peggiore era quando in casa vincevamo e fuori prendevamo, era il momento in cui la concentrazione doveva essere massima, ma non si poteva scherzare"
"Ho trasmesso e trascinato i compagni, ma chi veramente ci spingeva sempre era il pubblico. Qualche volta anche io sono stato insultato, ma è normale.
Quando non sei in condizione devi essere concentrato, lavorare ancora di più, non uscire di casa per cercare di dare il massimo. Senza sacrifici non si va da nessuna parte.
Lucarelli? In campo era un grande, faceva sempre gol, una vera rottura di scatole. Era un po' robusto, ma aveva tutte le caratteristiche del bomber. Adesso come allenatore speriamo che possa portare la sua forza mentale per uscire da questo momento molto particolare in cui versa il Catania"
"La squadra rossazzurra è stata allestita per competere per obiettivi importanti. Ci sono i momenti in cui i giocatori non sono in forma, in cui le cose non vanno nel verso giusto.
La cosa che mi dispiace è quando si dice che il giocatore ha paura della tifoseria. Perchè si ha paura? E' perchè non si lavora bene, perchè? Quando si lavora bene si convince la tifoseria. Attaccante? Se vuoi un bomber devi avere i soldi, non so quale sia oggi la situazione del Catania, ma non è un giocatore solo che fa vincere i campionati"
