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Identità, piedi buoni e il Catania nel destino: Jacopo Furlan

Chissà cosa si diranno, Jacopo e Davis (Curiale), quando incroceranno nuovamente i loro sguardi: d'altra parte, quella sera al Massimino non c'era modo di segnargli. E' anche grazie a quella partita, a quel Catania-Trapani di due stagioni fa, se i tifosi del Catania sanno già chi è Furlan, in fondo. E chissà, è anche grazie a quella sfida se, un anno e due mesi dopo da quel 23 aprile del 2018, Jacopo Furlan questa sera può portarsi a casa una maglia rossazzurra da firmare con emozioni e ricordi, dalla prossima stagione. Certo, c'è anche dell'altro: tanto altro. C'è la mezza stagione al Catanzaro, l'ultima, comunque positiva. Ci sono le giovanili dell'Empoli, in squadra con Pucciarelli, Rugani e Hysaj, e i sei mesi a Monopoli. A proposito, il Monopoli: sembra scritto nel destino, il passaggio di consegne con Matteo Pisseri. Per poco non effettivo in Puglia: effettivo sì, a Catania. E come ogni passaggio di consegne che si rispetti, questo porta con sè un'eredità con la quale fare i conti: perché di Pisseri sì, è vero, si ricorda l'ultima stagione non proprio positiva, ma anche tante, tantissime parate pesanti che nei tre anni in rossazzurro hanno, in qualche modo, regalato emozioni. Ma nelle pagine di storia del Catania c'è spazio per nuovi capitoli e paragrafi, "scritti" tra i pali. Ciò che è certo è che in rossazzurro mancava da tempo un portiere abile con i piedi come Furlan. Ma queste sono solo premesse. Arriva con un anno di ritardo, visto che nella scorsa estate la dirigenza etnea si era mossa per portarlo in rossazzurro: evidentemente il destino calcistico ha voluto così. Dell'esperienza a Trapani abbiamo già parlato, in parte, facendo riferimento a quella partita di aprile del 2018: e quella sera Jacopo Furlan era proprio insuperabile (o quasi, considerando il rigore di Lodi). E' anche così che ci si costruisce un'identità nel mondo del pallone: il resto sarà lui a mostrarlo, in campo, ma questa volta in rossazzurro. Fonte foto: calabriasport24