Focus con Rosario Pelligra, l'intervista al presidente del Catania

Cristiano, togli la giacca

Cristiano, togli la giacca. Togli la giacca e preparati: pantaloncini e calzettoni. La maglia? Nessun problema: in Serie C non si può scegliere il 99, ma una soluzione si trova sempre. Togli anche gli scarpini dal chiodo: è arrivato il tuo momento. Perché così, Cristiano, non si può proprio pensare di sbloccare e risolvere partite giocate anche bene come quella di ieri. Che poi, “giocate bene”: il primo tempo, sì. Il resto... insomma. Così non si può pensare di spostare gli equilibri. Puoi metterci la grinta, puoi mentalizzare quotidianamente i tuoi giocatori: puoi persino vestire i panni di direttore sportivo-allenatore imbastendo operazioni di mercato senza poter fare aste e con il fardello di un messaggio whatsapp che ancora oggi in qualche modo incide, ma nel calcio per vincere bisogna segnare. Insaccarla, battere il portiere: tutti concetti che tu, Cristiano, in quella che può essere definita la carriera di uno dei migliori centravanti nella storia del calcio italiano, conosci benissimo. Ora: qualcuno arriverà. Per forza di cose qualcuno, si parla di Mangni, andrà a mettere una toppa in quel reparto, ma per sicurezza togli la giacca: anche perché con tutto il rispetto per il ragazzo, non è certo la punta più scafata del campionato. Sì, Cristiano, togli la giacca, o anche la tuta. O consegnala tu, la 9 a Lo Monaco: “Tu mi hai tolto, tu devi darmi”, tra whatsapp e mercato in uscita. Si scherza, ma più per non buttarsi ulteriormente giù che altro. Entra in campo, perché le alternative scarseggiano: o almeno, entra in campo se le energie psicologiche ci sono ancora. Puoi essere “Rambo” quanto vuoi, ma dinanzi a tutto questo non è mica facile mantenere i nervi saldi, lo comprendiamo. O forse sarebbe meglio riflettere e ammettere che il Catania non c’è più, a neanche due anni da quella traversa di Mazzarani, ricordo che ci sta lasciando. Sempre che, visto il mercato, non ci lasci anche lui prima o poi. Bisogna, però, buttar giù la porta per non vanificare il lavoro quotidiano: bisogna segnare, esultare, raccogliere i frutti di allenamenti e fatiche. E così non si può: segnano solo gli attaccanti? No, vero, segnano anche gli altri: o forse non serve niente, forse la situazione deve andare in questa direzione, dato che ne conoscevi natura e possibile futuro. Nessuno ti ha obbligato, Cristiano: ma visto che il mercato e la gestione di questo (che non dovrebbe certo spettare a te, Cristiano, anche se si sa, in una stagione assurda come questa una situazione simile non stona) non ti hanno consegnato ciò di cui hai bisogno, fai anche questo. Allenatore, direttore sportivo (senza portafoglio e con l’obbligo di convincere i giocatori presentandogli un’isola che, purtroppo, non c’è più) e punta centrale. Per non lasciare proprio “nulla di intentato”.